I Walser di Ornavasso: Storia di una Comunità Alpina Unica

Un Insediamento Speciale nel Cuore dell'Ossola

Nella bassa Val d'Ossola, tra le montagne che guardano verso il Lago Maggiore, si trova Ornavasso, un paese che nasconde una storia affascinante e unica. Quello che oggi appare come un tranquillo centro del Piemonte settentrionale è in realtà l'eredità vivente di una delle più interessanti esperienze di colonizzazione medievale delle Alpi: l'insediamento alla minor quota delle comunità walser in territorio italiano.

Chi erano i Walser?

I Walser erano popolazioni di lingua tedesca originarie del Canton Vallese (Wallis in tedesco, da cui deriva il nome), che tra il XIII e il XV secolo si sparsero attraverso le Alpi alla ricerca di nuove terre da coltivare. Questi coraggiosi colonizzatori, spinti sia dalla pressione demografica che dagli incentivi dei feudatari locali, fondarono decine di comunità nelle valli alpine di Piemonte, Valle d'Aosta, Svizzera, Austria, Francia e Liechtenstein.

La loro storia è quella di gente di montagna che sapeva vivere in simbiosi con l'ambiente alpino, trasformando territori spesso inospitali in fiorenti comunità agricole e pastorali.

L'arrivo a Ornavasso: una colonizzazione diversa

Intorno al 1300, gruppi di coloni walser provenienti dalla regione del Sempione, soggetta alla sovranità di Naters, raggiunsero il territorio di Ornavasso. La loro storia qui fu però diversa da quella di altre colonie walser: mentre solitamente questi pionieri si insediavano in territori vergini d'alta montagna, a Ornavasso si trovarono in territori un tempo occupati da popolazioni locali.

I primi insediamenti sorsero sui rilievi montani circostanti al locale paese in nome romanzo, ed in località dai nomi inequivocabilmente germanici che ancora oggi raccontano questa storia: Bach, Grube, Ronch, Wasser, Boden e Graumutter. Questi toponimi sono come impronte digitali del passato, che ci permettono di ricostruire la presenza di questi antichi colonizzatori.

Man mano che la comunità si consolidava, i walser ocuuparono tutta la pianura, dove il terreno più fertile offriva ulteriori opportunità di sviluppo agricolo ed economico.

Una Comunità prospera tra agricoltura e marmo

Quello che rese speciale Ornavasso fu la sua straordinaria prosperità. Grazie alle favorevoli condizioni ambientali e alla laboriosità dei suoi abitanti, divenne presto una delle più ricche colonie walser d'Oltralpe.

L'economia si basava inizialmente sull'attività agricolo-pastorale tipica delle comunità alpine, ma conobbe, già dal suo primo insediamento, un'evoluzione unica con lo sviluppo dell'estrazione e del commercio del marmo. Dalla fine del Trecento fino al Novecento, gli ornavassesi seppero combinare sapientemente l'agricoltura tradizionale con lo sfruttamento delle ricchezze del sottosuolo, la raffinazione del sale, l'allevamento dei cavalli, la manifattura delle scarpe.

I Corni di Nibbio che si stagliano di fronte al paese e la celebre Cava Madre di Candoglia (nel vicino territorio di Mergozzo) fornivano una risorsa economica eccezionale per la lavorazione del marmo, di cui furono spesso appaltatori.

La perdita della lingua, la conservazione della memoria

Nonostante il successo economico, la comunità walser di Ornavasso visse un processo di assimilazione linguistica più rapido rispetto ad altre colonie alpine. La posizione geografica accessibile e l'integrazione con le popolazioni locali facilitarono l'adozione dell'italiano e l'abbandono graduale del tedesco walser.

Il processo fu sorprendentemente veloce: l'ultimo documento ufficiale redatto in tedesco risale al 1760, mentre l'ultimo utilizzo della lingua germanica nella chiesa locale è del 1771. La comunità anticipò così di decenni quanto sarebbe accaduto in altre zone walser, che mantennero il tedesco fino al XIX secolo inoltrato.

Un ponte attraverso i secoli: il legame con Naters

Quello che rende davvero straordinaria la storia di Ornavasso è la persistenza della memoria storica e dei legami con le origini. Particolarmente toccante è il rapporto che ancora oggi lega Ornavasso a Naters, nel Canton Vallese svizzero, territorio d'origine delle prime famiglie colonizzatrici.

Questo legame, che affonda le radici nel XIII secolo, si è trasformato in un'amicizia istituzionale che dura da oltre un secolo. È un esempio raro e prezioso di come i legami storici possano attraversare i secoli, resistendo alle trasformazioni sociali e politiche.

L'eredità Walser oggi

Nonostante la perdita della lingua originaria, Ornavasso ha mantenuto viva la coscienza della propria identità walser. Questa memoria si esprime attraverso diverse forme che possiamo ancora oggi riconoscere e apprezzare.

Architettura: alcuni edifici del centro storico conservano elementi tipicamente germanici, testimonianze silenziose dell'antica presenza walser che caratterizzano ancora oggi il paesaggio urbano.

Tradizioni: alcune usanze locali e ricette della tradizione gastronomica mantengono tracce dell'eredità culturale originaria, tramandando sapori e rituali che affondano le radici nel passato medievale.

Rapporti internazionali: i legami con le comunità walser della Svizzera continuano attraverso scambi culturali e celebrazioni comuni che rafforzano l'identità condivisa.

Toponomastica: i nomi delle località montane raccontano ancora oggi la storia dei primi colonizzatori, conservando nella lingua del territorio la memoria di un'epoca lontana.

Un esempio unico di adattamento culturale

La storia dei Walser di Ornavasso ci insegna molto sui processi di migrazione, integrazione e adattamento culturale. Come insediamento a minor quota della presenza walser in Italia, Ornavasso rappresenta un caso limite che illumina la straordinaria capacità di adattamento di queste comunità alpine.

Il successo economico basato sull'integrazione tra attività tradizionali e innovazione (l'estrazione del marmo), dimostra la creatività e la resilienza dei Walser. Al tempo stesso, il processo di assimilazione linguistica mostra come i fattori geografici e sociali possano influenzare profondamente l'evoluzione delle comunità.

Conclusione: una memoria che vive

Oggi, passeggiando per le vie di Ornavasso, difficilmente un visitatore occasionale potrebbe immaginare la ricchezza della storia che questo paese custodisce. Eppure, per chi sa guardare con attenzione, i segni del passato walser sono ancora visibili: nei nomi delle località montane, nell'architettura di alcuni edifici storici, nelle tradizioni che si tramandano di generazione in generazione.

La comunità Walser di Ornavasso ci dimostra che l'identità culturale può sopravvivere anche quando le sue manifestazioni più evidenti (come la lingua) scompaiono. È una lezione di resilienza culturale che attraversa i secoli, un esempio di come la storia possa diventare risorsa per comprendere il presente e costruire il futuro.

In un'epoca di grandi migrazioni e trasformazioni sociali, la storia dei Walser di Ornavasso ci ricorda che l'integrazione e l'adattamento culturale sono processi complessi, che possono arricchire tanto le comunità che accolgono quanto quelle che si insediano, creando sintesi culturali uniche e preziose.

Per approfondire la storia walser di Ornavasso e i suoi legami con le comunità alpine, è possibile visitare il centro storico del paese e i sentieri montani che portano alle antiche località colonizzate dai pionieri germanici.

Fondazione del gruppo Walser di Urnafasch

Nell’anno 1979, cinque Ornavassesi, appartenenti ad altrettante famiglie Walser originarie del luogo, si riunirono nel mese di dicembre per fondare il Gruppo Walser Urnafasch. In uno storico salone, osservati silenziosamente dall’alto dei loro quadri, uomini d’armi, prelati, magistrati ed imprenditori del commercio, furono muti testimoni dell’evento.

Secondo gli impegni statutari del Gruppo Walser, trovarono spazi di interesse e divulgazione tutte le attività intraprese dai Walser ornavassesi: dalle costruzioni storiche al vivere quotidiano, alla lingua originaria ed alle tradizioni religiose e laiche. In questi anni tramite le nostre pubblicazioni ed eventi abbiamo cercato di attuarne lo spirito. Oggi, lo stesso spirito dei fondatori ha trovato nuova linfa nei giovani e nella possibilità di questa esperienza di cui questo sito è di buon augurio.

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